248 ~ Come cerva che assetata
1
Come cerva che assetata brama l’acqua d’un ruscel, l’alma afflitta e contristata desioso volgo al ciel. E ti cerco, o Dio d’amor, e ti narro il mio dolor; ed aspetto la parola che rigenera e consola.
2
Ma tu tardi e allor mi chiede dei nemici tuoi lo stuol: “A che vale la tua fede? Il tuo Dio ti lascia sol!” Ed il dubbio, notte e dì in me penetra così che resister più non giova al torrente della prova.
3
O mio cuor, non dubitare, ma confida nel tuo Re! Quand’ei sembra più tardare non temere: egli è con te. L’ora attesa alfin verrà che vittoria ti darà, e all’Iddio tre volte santo leverai di lode un canto.